Questo articolo, sul soggetto fotografico e alla sua gestione, è il primo di una serie relativa a spunti e idee per gestire al meglio il ritratto fotografico.
Partiamo dal presupposto che non tutti i modelli sono modelli professionisti o sono abituati a posare. Riuscire a gestirli e farli sentire a proprio agio è il punto fondamentale per la riuscita di un buon ritratto, sia che lo facciate a pagamento che per piacere vostro e del soggetto.
a. La Confidenza
Scordatevi di cominciare a scattare subito. Parlare e conoscere il proprio soggetto è fondamentale. Il fotografo deve creare un rapporto di fiducia reciproca, riuscire a comprendere la percezione di sé della persona: come si vede, i punti caratteriali e soprattutto le aspettative e le esigenze per cui richiede un ritratto. Fatelo parlare di sé, confrontate le esperienze, fatevi mostrare i vestiti che si è portato, spiegate cosa avete in mente e concordate con lui la tipologia e l’atmosfera degli scatti. Parlare aiuta a rompere il ghiaccio e a cominciare a conoscere tutti questi aspetti.
b. I Primi Scatti
Raramente i primi scatti sono buoni, la persona ritratta (se non professionista) non sarà a suo agio, si sentirà responsabilizzata rispetto al risultato, vedrà un qualcosa puntato verso di sé facendo espressioni il più delle volte innaturali. Ma i primi scatti sono fondamentali invece per il fotografo per capire la resa del soggetto. Togliete al soggetto il peso di questa responsabilità, tranquillizzatelo. Ditegli che sono prove per la luce, di fare quello che vuole e che questi scatti sono solo tecnici per voi. Già vedrete un primo cambiamento nell’espressione.
c. La Percezione di sé
Avete mai sentito la vostra voce registrata? Quasi sempre ci sembra strana e non ci riconosciamo. Quello che suona dentro di noi non è lo stesso che viene percepito all’esterno. Per il ritratto è la stessa cosa. Solitamente noi abbiamo una visione di noi stessi davanti allo specchio, invertita specularmente e frontale. Le donne tendono a vedersi solitamente da più angolazioni, gli uomini meno. Quando siamo davanti allo specchio tendiamo a fare espressioni per correggere micro-difetti, veri o presunti. Non ci vediamo mai come gli altri ci percepiscono. Il fotografo tramite accorgimenti che vedremo anche nelle prossime puntate deve riuscire a neutralizzare tutto questo e cercare di capire come effettivamente si “riconosce” il soggetto. In fase di scatto fate vedere ogni tanto gli scatti che reputate migliori da un punto di vista di vostra interpretazione del soggetto e cercate di ottenere indicazioni dalle reazioni.
d. La Sicurezza
Non apparite mai indeciso sul da farsi anche quando lo siete, ma mostrate sempre sicurezza e controllo della situazione anche quando gli scatti che fate non vi convincono al 100%. Il vostro soggetto ritratto deve sempre avere la sensazione che siete consapevoli e sicuri delle scelte e delle indicazioni che state dando. Se il vostro dentista si mostrasse indeciso mentre ha dei ferri nella vostra bocca che reazione avreste?
e. La Gestione del soggetto
Iniziate con poche indicazioni ma chiare. Chiedete di guardare o non guardare in macchina, di non restare totalmente frontale, di appoggiarsi, mettersi seduto o quello che volete. La persona ritratta non sa solitamente cosa fare, più indicazioni semplici date, più si sentirà guidata e tranquilla. Vedrete che dopo i primi scatti impacciati e le prime foto buone che condividerete con il vostro modello il clima sarà più disteso e collaborativo, cercate sempre però di tenere sempre il controllo su quello che volete e non assecondate ogni sua richiesta, valutatela e semmai spiegate perché non può funzionare. La luce ambientale o artificiale che avete scelto spesso non sempre permette tutto.
f. I Trucchi del mestiere
Ci sono numerose soluzioni che si possono applicare durante la sessione di ritratto per rendere il soggetto più naturale e disinvolto. Il soggetto fermo che ti fissa impaurito e in attesa non da mai buoni risultati…
- Fatelo girare totalmente di spalle, poi cambiate la vostra posizione e chiamatelo, facendovi cercare con lo sguardo.
- Chiedetegli di fissare un punto oltre a voi, specie in esterno, chiedere di seguire una persona o qualcosa in movimento che possa aiutare a rilassarlo, distaccandolo dalla fase dello scatto.
- Parlate, raccontate qualcosa di voi, fategli complimenti sulla resa delle foto. Ma non fategli domande, il soggetto che parla non è mai naturale e le smorfie sono dietro l’angolo.
- In esterno, fatelo passeggiare in maniera naturale.
- Se vedete un suo movimento naturale che ha una buona resa fotografica, fateglielo ripetere, gratificandolo.
- Fatelo saltare o saltellare, saranno foto che non userete, ma aiutano a creare maggiore complicità. Più gli farete gestire un ruolo, più si sentirà coinvolto e parte della sessione fotografia. Anche fare urlare il soggetto permette di fargli rilassare i muscoli facciali e fargli scaricare la tensione. Ovviamente dipende da soggetto a soggetto e dalla situazione.
- Se il soggetto tende a chiudere spesso gli occhi, fateglieli tenere chiusi e scattate quando chiedete di riaprirli.
- Un punto di appoggio, tipo una parete, può sicuramente aiutare rendere naturale una persona che si sente spaesata dallo stare in piedi in attesa.
Questi sono solo alcuni dei trucchi che adopero personalmente, ma trovate voi un vostro modus operandi standard per ogni sessione di ritratto, vi sarà d’aiuto per cercare ispirazione e naturalezza. Ogni fotografo ha i suoi metodi testati da attuare nei momenti in cui la sessione ristagna in noiosa ripetizione degli scatti tutti simili.
Ricordatevi che una buona foto di ritratto è frutto di una sessione “psicologica” a due e necessita la partecipazione attiva del fotografo e del fotografato. Sta a voi indirizzare il tutto, ma dovete fare in modo che si crei sempre un rapporto rilassato di coinvolgimento, amichevole e di rispetto reciproco. Se le foto verrano bene non sarà mai solo e unicamente merito vostro…